Global compact for migration, questo sconosciuto

[B.B.] Si chiama Patto globale sulle migrazioni, in inglese Global compact for migration, o più precisamente Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration, ed è l’accordo al centro delle ultime polemiche tra governo e opposizioni.

L’esecutivo Lega-M5S, attraverso le parole del ministro Matteo Salvini e del premier Conte, ha rimandato al parlamento la decisione di aderire o meno al Global compact. Nel frattempo, il governo non sarà alla prossima conferenza intergovernativa sulle migrazioni che si terrà a Marrakech, in Marocco, il 10 e 11 dicembre, dove appunto i governi aderiranno formalmente al documento Onu, già firmato da oltre 190 Paesi.

Ma di cosa si tratta, che cosa prevede questo documento delle Nazioni Unite?

Anzi tutto, il Global compact è il risultato di un percorso cominciato nel settembre 2016 quando i capi di Stato e di governo si sono riuniti per discutere in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite  le questioni relative alla migrazione e ai rifugiati. È stata così firmata dai 193 Stati Membri delle Nazioni Unite la Dichiarazione di New York per rifugiati e migranti, nella quale si è espressa la necessità di un approccio globale alla mobilità umana e una cooperazione rafforzata a livello mondiale. Quel documento siglato nel 2016 ha dato il via a un articolato processo di negoziati e consultazioni che culminerà appunto nell’adozione del Global compact, il trattato non vincolante frutto del lavoro sul testo di New York, in occasione della conferenza intergovernativa sul tema delle migrazioni.

Il patto sulle migrazioni è dunque ad oggi una proposta, articolata in 23 obiettivi, che non prevede alcun vincolo – cioè obbligo di legiferare – stringente per i paesi firmatari.

Traccia però un quadro di riferimento comune, che dovrebbe orientare le decisioni politiche dei singoli paesi.

I 23 target sono orientati alla promozione della migrazione regolare, e vanno dal «Raccogliere e utilizzare dati accurati e disaggregati come base per le politiche basate su elementi concreti» al «Salvare vite umane e organizzare sforzi internazionali coordinati per i migranti dispersi», fino al «Gestire i confini in modo integrato, sicuro e coordinato». A ogni obiettivo corrispondono diverse pratiche e azioni da realizzare, nel rispetto della sovranità nazionale.
Tra i vari principi, uno dei più contestati dai governi che si oppongono al patto Onu, è quello che chiede «il riconoscimento e l’incoraggiamento degli apporti positivi dei migranti e dei rifugiati allo sviluppo sociale».

Ovvero considerare i migranti soprattutto come una risorsa e non più – o non solo – come un problema.

A margine dell’appuntamento di Marrakech, si terranno vari eventi istituzionali, tra i quali il quinto Mayoral Forum on Human mobility, Migration and Development, al quale prenderà parte anche Salvatore Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa, Comune capofila del progetto Snapshots from the borders (qui il comunicato del primo cittadino).

Sul fronte delle Ong e della società civile, la rete Link2007 e la Croce rossa, solo per citare due tra le prese di posizione degli ultimi giorni, si sono espresse a favore del Global compact. Anche il Vaticano, attraverso le parole del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, si è detto dispiaciuto per la mancata sottoscrizione del Global compact da parte dell’Italia.  Un testo che comunque ha suscitato anche critiche rispetto ai contenuti: troppo deboli e generici, per alcuni, e a rischio di essere strumentalizzati da governi e corporations per operazioni di “lavaggio” o maquillage della propria immagine pubblica, o ancora, in termini più generali, discutibili perché “separerebbero” i diritti dei migranti da quelli universali.  In ogni caso, anche se non rappresenta un quadro vincolante, apre una discussione globale sul tema delle migrazioni: risorsa o problema? In mezzo a queste due visioni contrapposte, l’umanità, ovvero le persone che migrano.

Al momento, oltre all’Italia, in attesa che si pronunci il Parlamento, si sono già espressi contro il Global compact i governi di Ungheria, Svizzera, Polonia, Slovacchia, Bulgaria, Croazia, Austria e gli Stati Uniti di Donald Trump, mentre restano incerte le posizioni di Belgio – dove il governo rischia di cadere proprio a causa di questa scelta -, Svezia, Danimarca e Norvegia.

 

Per saperne di più:

il documento integrale: https://refugeesmigrants.un.org/sites/default/files/180711_final_draft_0.pdf

il comunicato della rete di Ong italiane Link2007 (19 novembre 2018): http://www.link2007.org/wp-content/uploads/2018/11/Documento-LINK-2007.-Perch%C3%A9-s%C3%AC-al-global-compact-19.11.18.pdf

il comunicato di CINI e AOI su vita.it (3 dicembre 2018)

la nota stampa del Presidente Conte (28 novembre 2018): http://www.governo.it/articolo/global-migration-compact-nota-del-presidente-conte/10446