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02 LUGLIO 2021

Un convegno internazionale per riflettere sulle dinamiche della Rotta Balcanica

Il 17 giugno scorso si è tenuta una conferenza internazionale dal titolo ONLINE ROUND TABLE REGARDING THE PROBLEMS OF MIGRANTS IN BOSNIA AND HERZEGOVINA

Organizzato da ISCOMET  – Institute for Ethnic and Regional Studies di Maribor, in Slovenia, in cooperazione con Local Democracy Agency (LDA), di Mostar e la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Sarajevo, in Bosnia Erzegovina, il convegno è stato un momento di confronto su una delle rotte migratorie che, pur essendo sempre esistite, dal 2015 a oggi è diventata uno snodo chiave delle migrazioni.

Sotto l’egida di Snapshots From The Borders, progetto europeo nato per fare del 3 ottobre la giornata europea dell’accoglienza e della memoria, ricordando il tragico naufragio del 2013 a Lampedusa, e per dar vita a un network di realtà di frontiera, tra società civile e istituzioni, che possano scambiare buone pratiche e fornire ai centri decisionali europei lo sguardo delle ‘periferie’, si sono affrontati molti temi che compongono il complesso quadro della Rotta Balcanica.

Sono intervenuti, oltre al sindaco di Lampedusa Totò Martello e ai rappresentati degli organizzatori, il Prof. Sead Turčalo, dell’Univerità di Sarajevo e Đenana Dedić, direttrice di LDA, moderati dal presidente di ISCOMET, Silvo Devetak, differenti voci che hanno toccato molti dei temi importanti riguardo alla rotta che, al di là dei numeri, si sta caratterizzando per una forte ‘militarizzazione’ dei confini e per numerose violazioni dei diritti dei migranti.

Dalle possibili soluzioni di medio – lungo termine, presentate da Joanie Duroche, per IOM Bosnia-Erzegovina, a Nina Gregori, executive director di European Asylum Support Office, che si è concentrata sulle politiche d’asilo, passando per Enes Šabić, del Centre for Social Work Sarajevo, che si è concentrata sui minori e Amra Kadrić, responsabile della sezione asilo dell’ong Vaša Prava, che ha portato lo sguardo delle organizzazioni non governative.

Proprio la criminalizzazione della solidarietà è stato uno dei temi, assieme al ruolo delle comunità religiose lungo la rotta migratoria che dalla Turchia arriva fino all’Italia, con l’intervento di Melika Arifhodžić.

Molti gli attori istituzionali intervenuti: da docenti dell’Università di Sarajevo, che hanno affrontato il ruolo dell’opinione pubblica in Bosnia-Erzegovina rispetto ai migranti e la situazione attuale, passando per rappresentanti delle istituzioni locali, che hanno riflettuto su autorità locali e rapporti con l’Unione europea.

È emerso un quadro di grande complessità, che proprio per questo è ancora più urgente affrontare. Abbandonare migliaia di persone in Bosnia-Erzegovina, dove restano bloccate nella logica del ‘game’, come i migranti chiamano la rotta, non è una soluzione equa e funzionale per nessuno, né per i migranti né per le comunità locali.

Oggi più che mai, come insegna Lampedusa e come insegnano tutti i territori di frontiera, la condivisione europea della gestione dei flussi è l’unica soluzione possibile e lo dimostrano, ogni giorno, le dinamiche della Balkan Route come tutte le altre rotte migratorie.

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di Christian Elia