Lituania – Bielorussia: il nuovo confine caldo

24 AGOSTO 2021

Tanti iracheni riescono ad arrivare a Minsk e a proseguire verso il confine senza controlli

Tutto è iniziato quando in Iraq si è diffusa la notizia che per volare da Baghdad a Minsk, in Bielorussia non veniva più richiesto un visto. Su quella rotta, dall’inizio del 2021, sono stati almeno 4000 gli iracheni giunti in Lituania, dopo essere arrivati nella capitale bielorussa e aver raggiunto il confine con la repubblica baltica.

Il numero di arrivi dall’Iraq è esploso dopo che i voli da Baghdad a Minsk sono stati aumentati all’inizio dell’estate a quattro voli alla settimana. All’arrivo a Minsk, gli iracheni ricevono visti turistici e possono proseguire verso il confine.

Quasi tutti hanno raggiunto il confine tra i due stati in taxi e hanno finito il viaggio a piedi. Le guardie di frontiera lituane, sistematicamente, li arrestano e li portano nel centro di detenzione di Rudninkai.

Alcuni iracheni aspettano una risposta alla loro domanda di protezione internazionale da più di un mese. I campi, che il governo lituano ha allestito in tutta fretta, sono lontani dai centri abitati del paese, i migranti sono isolati e non hanno accesso alle informazioni.

Il governo lituano ha già chiesto aiuto all’Unione europea, sottolineando come è impossibile per Vilnius gestire da sola questa situazione.

Il campo di Rudninkai è un ex centro di addestramento del ministero dell’Interno, il luogo è circondato da recinzioni e sorvegliato da diversi furgoni della polizia e da un drone. Nonostante il centro sia a soli 30 chilometri dalla capitale, si trova in un luogo molto isolato. Rudninkai è circondato da un doppio recinto e i giornalisti sono ammessi solo attraverso la prima recinzione, mentre non hanno accesso alla zona in cui vivono i migranti oltre la seconda recinzione.

In Lituania, tutti i migranti sono tenuti nei campi per sei mesi dopo il loro arrivo nel paese, secondo una legge entrata in vigore il 13 luglio scorso, e il 6 agosto, in seguito alle pressioni europee, le autorità irachene hanno annunciato la sospensione temporanea dei voli verso la Bielorussia e hanno accettato il rimpatrio di alcuni cittadini.

Secondo alcune testimonianze raccolte dalla stampa internazionale, all’arrivo a Baghdad, i migranti respinti hanno raccontato di condizioni di vita molto dure nel campo: i migranti dormono in 15 o 20 in tende che, nei giorni di pioggia, crollano sotto il peso dell’acqua. Le condizioni anguste hanno fatto temere il contagio di malattie della pelle e dell’apparato respiratorio. Alcuni testimoni hanno raccontato come nel campo ci siano persone malate di COVID-19, anche se tutti i migranti sono sottoposti a test e messi in quarantena quando arrivano nel paese.

Secondo altri migranti, viene dato loro solo un pasto al giorno e la fornitura elettrica è molto irregolare, rendendo complicato l’utilizzo dei cellulari per comunicare con le famiglie in Iraq.

La rotta da Baghdad, attraverso la Bielorussia, ha sorpreso le autorità lituane abituate a numeri davvero irrisori di migranti.

Un altro centro è quello di Vydeniai, a circa 80 chilometri da Vilnius, dove – secondo le testimonianze dei migranti – è più facile avere accesso all’elettricità. Il centro è un’ex scuola e ospita al momento 146 persone, provenienti da paesi africani. Le stanze al piano terra sono riservate alle donne, mentre gli uomini sono al primo piano. Ogni persona ha una branda e un sacco a pelo.

Secondo le autorità lituane e secondo molti osservatori internazionali, questa rotta è esplosa a causa delle tensioni tra il regime di Lukashenko in Bielorussia e l’Ue. Dopo le drammatiche proteste che hanno fatto vacillare il potere del presidente bielorusso, al potere da trenta anni, ci sono state sanzioni e proteste Ue contro Minsk. Inoltre, la Bielorussia, arrivando persino a dirottare un aereo di linea per catturare un oppositore, ha agito fuori dai suoi confini attirando la dura condanna di Bruxelles.

A quel punto, secondo le autorità di Vilnius, la Bielorussia ha agevolato il passaggio dei migranti verso il confine per porre pressione sulle autorità europee. Ormai, nel mondo, tanti regimi hanno capito che il ricatto sulla pelle dei migranti è una strategia che paga.

La Lituania ha annunciato che costruirà una recinzione metallica di 4 metri sormontata da filo spinato al confine con la Bielorussia. Il costo previsto è di circa 152 milioni di euro. “Senza questa barriera fisica, è impossibile proteggere i nostri confini, è molto chiaro”, ha detto il ministro dell’Interno lituano Agne Bilotaite all’agenzia di stampa Reuters.

L’Ue ha fatto sapere che non finanzierà nuove barriere, ma ha invece offerto aiuto sotto forma di guardie di frontiera e apparecchiature di controllo.

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